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ASSISTENZA AI TRANSGENEDER ADOLESCENTI: L’ESPERIENZA DI AMSTERDAM

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Sally Pring, Pam. ©Bridgeman Images

Crediti: 1 ECM
Costo: gratuito
Durata corso: 1,5 h
Docente:

Annelou de Vries. Responsabile del Dipartimento di Psichiatria Infantile del Centro di Expertise sulla Disforia di Genere dell’Amsterdam UMC.

Responsabile corso:

Elena Camerone Psichiatra e psicoterapeuta.

Professioni accreditate:

Medico chirurgo (psichiatra, psicoterapeuta, neurologo, neuropsichiatra infantile, medico di comunità, medico di medicina generale, pediatra, pediatra di libera scelta, medico legale)
Psicologo, Psicoterapeuta
Assistente sanitario
Educatore professionale
Infermiere, Infermiere Pediatrico
Tecnico della riabilitazione psichiatrica
Terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva
Terapista occupazionale

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ASSISTENZA AI TRANSGENEDER ADOLESCENTI: L’ESPERIENZA DI AMSTERDAM

Razionale scientifico

La keynote di Annelou de Vries, psichiatra dell’infanzia e dell’adolescenza presso l’Amsterdam UMC/Levvel – Amsterdam Academic Center of Child and Adolescent Psychiatry, è stata registrata durante il XV congresso nazionale SPR-IAG (Society for Psychotherapy Research, Italy), Psicoterapia in un mondo che cambia, tenutosi nel novembre 2024 a Napoli sotto la direzione scientifica di Vittorio Lingiardi.

La psichiatra olandese, il cui principale interesse clinico e di ricerca riguarda gli adolescenti transgender, illustra il cosiddetto “approccio olandese”, ripercorrendone la storia pionieristica. Risale alla seconda metà degli anni ’80 del secolo scorso l’istituzione di una clinica di genere a Utrecht per adolescenti e bambini. Allora, ricorda da De Vries, non ci rendeva ancora conto che anche i bambini potessero sperimentare disforia di genere o identità transgender e si offrivano solo interventi psicoterapeutici o di sostegno psicologico. Senza utilità, come già da un ventennio trattando gli adulti. Si iniziò allora a inviare i giovani pazienti ad Amsterdam, presso un endocrinologo che, dopo gli adulti, aveva iniziato a trattare con terapie ormonali anche adolescenti sotto i 18 anni. All’inizio degli anni 2000 le due cliniche si fusero e prese avvio il “protocollo olandese”. Tre le fasi del trattamento: l’utilizzo di bloccanti della pubertà, dai 10-13 anni, del tutto reversibile, per creare un periodo di sospensione che permetta all’adolescente di decidere; la somministrazione di una terapia ormonale, parzialmente reversibile, a partire dai 16 anni; l’intervento chirurgico, del tutto irreversibile, solo con la maggiore età. Una “standard care” proposta a “individui assegnati maschio o femmina alla nascita” – come li definisce la psichiatra olandese. Studi citati dimostrano il benessere psicologico degli adolescenti in trattamento, nonché la loro capacità di comprendere e di decidere del percorso di transizione proposto. Un aspetto comunque, quello psicologico, al quale prestare molta attenzione, data anche la copresenza di autismo o disturbi dello spettro autistico in questi soggetti. Più difficile interessare l’adolescente in transizione agli effetti sulla salute riproduttiva e sulla definitiva infertilità che lo attendono. Le statistiche recenti dimostrano un esponenziale incremento delle richieste di transizione di genere, che De Vries spiega con il clima di maggior accettazione nella società e con il coraggio di uscire allo scoperto, pur permanendo la transfobia. Tanto più, nota la psichiatra, nella svolta a destra e populista delle democrazie occidentali, citando gli Stati Uniti e pure l’Italia. Ma, nonostante le controversie e le critiche in atto, la posizione di Annelou de Vries è che il rifiuto del percorso medico non sia la soluzione, nella prospettiva di garantire a chiunque, anche ai più giovani, il diritto di scegliere la propria identità di genere.

 

Programma

Lezione di Annelou de Vries.
La lezione è stata tenuta durante il XV congresso nazionale SPR-IAG (Society for Psychotherapy Research, Italy), “Psicoterapia in un mondo che cambia”, tenutosi nel novembre 2024 a Napoli sotto la direzione scientifica di Vittorio Lingiardi.